In questa sezione potrei parlare delle mie competenze, del mio stile, ma sarebbero forse tutte parole vuote, per alcuni. C’è solo una parola su cui voglio focalizzarmi: se dovessi riassumere in un’unica parola la mia attività, questa sarebbe “rispetto”. Cosa intendo.

Innanzitutto, mi riferisco alla centralità dei miei Committenti, dei loro desideri. Non posso, e non voglio prescindere dai sogni di chi ripone in me la fiducia della loro realizzazione. Anzi, sono proprio quei sogni a guidare il mio progetto creativo sui binari delle soluzioni architettoniche più efficienti.

Non solo. Parlo di rispetto come “rispetto degli elementi” architettonici e artistici pre-esistenti: rispetto della storia di un immobile. “Rispetto delle finalità e del gusto”, allo stesso tempo: bellezza e praticità non sono obiettivi reciprocamente escludenti.

Rispetto, in quanto “rispetto del contesto urbano” in cui un edificio deve inserirsi. Un fabbricato è organismo all’interno di un ecosistema: la sua creazione, il suo innesto, la sua espressione deve valorizzare con personalità l’ambiente che lo circonda, deve esserne specchio e trasposizione fluida.

In questa mia idea di rispetto, risiede la potenzialità di un intero progetto.